Aiuto! Qualcuno! Salvatemi!
Era l’inizio della primavera, la città stava appena iniziando a liberarsi dalla morsa dell’inverno. Nell’aria si percepiva già un leggero disgelo. Polina passeggiava con Barney, il suo irrequieto labrador, lungo il solito percorso vicino al ruscello ghiacciato. Era un percorso familiare: sentieri stretti, panchine, un vecchio ponte sul torrente. A quell’ora del giorno c’erano pochissime persone, solo alcuni altri proprietari di cani come lei.
Polina sorrise vedendo Barney cercare di acchiappare un passero che, naturalmente, era più veloce. Si godeva il silenzio. C’erano poche persone in giro, un normale mattino infrasettimanale non lasciava molto spazio alle passeggiate per la maggior parte degli abitanti della città.
Ma all’improvviso il silenzio fu infranto da un urlo penetrante di una donna.
— Aiuto! Qualcuno! Salvatemi!
Polina si fermò di colpo. Vide una piccola figura dall’altra parte della riva — era una donna anziana. Correva avanti e indietro lungo la riva, si teneva la testa e gridava qualcosa, ma le sue parole si perdevano nella leggera brezza. Barney drizzò le orecchie e si alzò sulle zampe posteriori.
— Cosa succede laggiù? — mormorò Polina accelerando il passo.
Avvicinandosi, notò che qualcosa di strano stava accadendo vicino all’acqua. La piccola signora correva lungo la riva agitando le braccia. Barney iniziò ad abbaiare, percependo la preoccupazione della sua padrona.
Poi vide il suo vicino, Denis, un altro proprietario di cani che aveva due bassotti. Si stava togliendo la giacca e sfilava velocemente gli stivali. Polina rimase perplessa, ma capì subito cosa stava succedendo.
Nel torrente un grosso cane randagio lottava disperatamente per uscire dalla trappola ghiacciata. L’animale si dimenava, ma il ghiaccio si rompeva sotto il suo peso.
— Denis, cosa stai facendo? — gridò mentre si avvicinava.
— Cosa pensi? — rispose lui secco.
— Annegherai! L’acqua è gelida! Sei impazzito?..
— Non annegherò, — rispose lui senza voltarsi. — Ma il cane morirà congelato se non faccio qualcosa.
Polina si fermò. Voleva fermarlo, ma capì che comunque non l’avrebbe ascoltata.
— Tolgo il guinzaglio! Aspetta! — urlò lei, togliendo il guinzaglio a Barney.
Denis fece un cenno con la mano per dirle di sbrigarsi. Nello stesso momento, la donna anziana si inginocchiò sulla riva.
— Marusja, resisti! Ti prego, resisti! — singhiozzava guardando il cane.
Denis scese nell’acqua. Polina vide come rompeva il ghiaccio e si avvicinava al cane. Il ghiaccio scricchiolava sotto il suo peso, l’acqua bruciava, ma Denis non si fermava. Il vento aumentava, e lei rimase sulla riva con il guinzaglio in mano, pronta ad aiutare in qualsiasi momento.
Il cane lottava disperatamente, ma sprofondava sempre di più sotto il ghiaccio. Quando Denis raggiunse il cane, questo ululò spaventato e cercò di divincolarsi. Ovviamente non capiva che stava per essere salvato.
— Su, su, piccola, — cercò Denis di calmarla, allungando la mano.
Ma il cane randagio ringhiò, e il suo ringhio si sentì chiaramente fino alla riva.
— Denis, ti morderà! — gridò Polina.
— Che mi morda, basta che si salvi! — rispose lui, cercando di afferrarla sotto le zampe.
Polina lanciò il guinzaglio, che lui afferrò con una mano. Rapido e sicuro, nonostante le dita gelate, Denis infilò il cappio attorno al collo del cane. Mentre lo trascinava verso la riva, il cane ringhiava e mordeva.
Finalmente erano a terra. Polina aiutò Denis a risalire porgendogli la mano. Salì, il corpo tutto tremante, completamente bagnato dalla testa ai piedi, ma con un’espressione di sollievo sul viso.