Con ogni dose di puntura di ago, una piccola quantità del vaccino veniva iniettata sotto la pelle, causando la formazione di vesciche nel sito dell’iniezione. Entro poche settimane, le vesciche si sarebbero prosciugate e guarite, lasciando una visibile cicatrice circolare.
Il sito dell’iniezione si espandeva poco dopo l’amministrazione della dose e rimaneva così per circa 6-8 ore dopo.
Questo gonfiore diminuiva e il sito sembrava tornare alla normalità entro 6-8 settimane, quando si sarebbe formato un rigonfiamento simile a una puntura di zanzara.
Questo rigonfiamento si sarebbe gradualmente ingrandito, sviluppando un tumore che alla fine si sarebbe rotto e avrebbe rilasciato liquido per trasformarsi in un’ulcera.
Una cicatrice permanente sarebbe sorta durante la fase di guarigione dell’ulcera, segnando la fine di un ciclo di 2-5 settimane.
In determinate situazioni, il processo di formazione e guarigione dell’ulcera poteva ripetersi una o più volte, portando a numerose cicatrici.
La varicella è stata essenzialmente eliminata nella maggior parte del mondo occidentale dopo i primi anni ’70.
Di conseguenza, i vaccini antivariolici sono stati completamente interrotti negli anni ’80, quando si è ritenuto che il virus del vaiolo fosse stato eradicato dalla popolazione umana.
Quindi, la piccola cicatrice sul braccio sinistro superiore serve come ricordo storico di un’epoca in cui la varicella era una seria preoccupazione e la vaccinazione rappresentava un importante strumento nella lotta contro la malattia.
Anche se la varicella non rappresenta più una minaccia per la salute pubblica nel mondo moderno, queste cicatrici rimangono come evidenti ricordi di un’epoca passata di precauzioni per la salute pubblica.