La neve a Central Park era fitta quella sera e attutiva i rumori della città. Ethan Walker, un giovane miliardario noto per il suo impero di investimenti tecnologici, stava tornando a casa da un incontro tardivo quando notò qualcosa di insolito vicino a una panchina ghiacciata.
All’inizio pensò che fosse solo un mucchio di coperte abbandonate da senzatetto. Ma poi vide una piccola mano spuntare dal tessuto. Il suo cuore sussultò.
Sotto gli strati gelati c’era una ragazza adolescente, pallida e priva di sensi, che teneva stretti due piccoli neonati nel suo cappotto. Le loro labbra erano blu dal freddo, i loro deboli pianti quasi impercettibili.
Senza pensarci, Ethan li sollevò tutti e tre tra le braccia. Le sue costose scarpe scivolarono sul marciapiede ghiacciato mentre correva verso la sua auto. “Resistete. Per favore, resistete,” mormorò mentre armeggiava con il cellulare per chiamare il suo medico.
Pochi minuti dopo irrompeva nella lobby bianco marmo del Walker Tower, la sua residenza privata. La governante Sara trasalì vedendolo portare i bambini tremanti.
– Mio Dio, Ethan – cosa è successo?
– Non c’è tempo, rispose lui secco, ma la voce gli si incrinò. – Prepara la stanza degli ospiti. Chiama Mariana, l’infermiera. Avvisa la sicurezza: nessuno entra senza il mio permesso.
Due ore dopo i neonati erano avvolti in coperte calde, il respiro tornato regolare. La ragazza giaceva nel letto degli ospiti con una flebo al suo fianco. Ethan camminava nervoso avanti e indietro nella stanza finché le sue palpebre cominciarono a tremare.
– Do… dov’è… sono? sussurrò lei debolmente.
– Ora sei al sicuro, disse Ethan dolcemente, inginocchiandosi accanto a lei. – Io sono Ethan. Ti ho trovata nel parco. Come ti chiami?
– Mi chiamo Sofia, mormorò, lanciando uno sguardo alle culle dove dormivano i neonati. – E questi sono i miei fratelli – Lucas e Mateo.
Ethan esitò, poi chiese con cautela: – E tua madre dov’è?
Gli occhi di Sofia si riempirono di lacrime. – Ci ha lasciati. Ha detto che sarebbe tornata con del cibo, ma… non è mai tornata.
Quelle parole straziarono il petto di Ethan. Una madre che abbandona i propri figli nella neve – come era possibile?
Ma qualcosa lo tormentava. – Come si chiama?
Sofia singhiozzò. – Natalie Ríos.
Quel nome colpì Ethan come un fulmine. La gola gli si strinse. Natalie Ríos. Il suo primo amore. La donna scomparsa dalla sua vita anni prima – senza una parola.
E ora, nel suo casa, c’era una ragazza con gli occhi di Natalie – che si faceva chiamare Sofia e teneva due neonati che forse… solo forse… erano suoi figli.
